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Le sedie più famose della storia del design

di johnny terpot

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LC1 Le Corbusier, Pierre Jeanneret, Charlotte Perriand; 1928 – Cassina
La versione originale è riconoscibile dal famoso rivestimento in pelo pezzato e dalla struttura in acciaio cromato, La poltroncina «LC1» è disponibile anche in un’ampia gamma di colori, molto interessante la versione outdoor. Ne esistono tre versioni per differenti situazioni d’uso: il modello esposto al Salon d’automne del 1929, la versione per Villa Church del 1928, e quella del 1930 per l’esposizione all’Union des Artistes Modernes.

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Barcelona Chair Ludwig Mies Van der Rohe; 1929 – Knoll
Vero cult, la «Barcelona Chair» prende il nome dall’Esposizione Universale 1929 a Barcellona, per la quale fu progettata per il padiglione tedesco (anch’esso di Mies van der Rohe). Mies crea uno spazio ritmico e del tutto senza precedenti che eleva i materiali dell’era industriale a un livello di grazia mai raggiunto. All’interno del padiglione tedesco incluse sedie e sgabelli concepite come luogo di riposo per il Re e la Regina di Spagna e, determinato a creare una sedia degna della regalità. Per rispondere alle esigenze di produzione seriale Van der Rohe l’ha ridisegnata leggermente nel 1950. La poltrona Barcelona è un’icona del disegno industriale prodotto dal movimento moderno ed esprime appieno la semplicità che incarna il più celebre motto di Mies van der Rohe “less is more”.

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Sedia Rossa e Blu Gerrit Thomas Rietveld; 1917. Versione a colori nel 1923
La sedia rossa e blu (in olandese: Rood-blauwe stoel) fu disegnata da Gerrit Rietveld nel 1917. L’autore aveva già realizzato un prototipo della sedia già nel 1918, prima di incontrare il gruppo De Stijl. Tuttavia quest’opera è una delle più significative del Neoplasticismo, in quanto applicazione rigorosa dei concetti identificativi del De Stijl. Gerrit Thomas Rietveld è stato un architetto e artigiano olandese. Fu uno tra i principali esponenti del neoplasticismo nel campo dell’architettura e del design. La Rood-blauwe stoel fu dichiarata manifesto dai sostenitori del De Stijl già nella sua prima versione, cioè quando non era ancora dipinta. La sedia fu dipinta con i colori primari più il nero, nel 1923. Theo van Doesburg utilizzò questa creazione come esempio di mobile inteso come «scultura astratta-realistica per gli interni delle nostre case future».

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Sedia Zig Zag Gerrit Thomas Rietveld; 1932

S32-Marcel-Breuer;-1929

S32 Marcel Breuer; 1929 – Thonet
la semplicità d Marcel Breuer, architetto e designer ungherese. È stato un importante esponente del Bauhaus e del movimento moderno. Il modello risale al fecondo periodo berlinese di Marcel Breuer, che va dal 1928 al 1931 quando, lasciato il Bauhaus, egli inizia a lavorare come architetto e interior designer indipendente realizzando una serie di splendidi arredamenti interni e disegnando numerosi mobili. Tubolare in acciaio, legno e canna d’India intrecciata, formano questo modello tra i più conosciuti al mondo.

Chaise-A-Xavier-Pauchard

Chaise A Xavier Pauchard; 1934 – Tolix
Xavier Pauchard, operaio metallurgico è il padre di questa splendida sedia. Spesso considerata la sedia da caffè per eccellenza è solida e aggraziata insieme, l’esempio perfetto di come la conoscenza profonda delle materie prime possa evolvere in un pezzo della storia del design.

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832 Luisa Franco Albini; 1949 – Cassina
Franco Albini lavorò quindici anni alla versione definitiva di questa sedia, per un nuovo linguaggio, che fa della schiettezza compositiva un metodo progettuale, nel 1955 valse al progetto il premio Compasso d’oro. Poltroncina con struttura portante, schienale, sedile in acciaio, e imbottitura in poliuretano espanso. Disponibile in noce, frassino o frassino tinto nero con rivestimento in tessuto o pelle.

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Eames Fiberglass Armchair Charles e Ray Eames; 1950 – Vitra
Originariamente prodotte solo in vetroresina, con l’evoluzione e la conoscenza dei materiali si è scelto il polipropilene come materiale della seduta di questa sedia. Disponibile in diversi colori e soprattutto diverse tipologie di gambe, il vero must da anni è sicuramente quella a dondolo.

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699 Superleggera Gio Ponti; 1951 – Cassina
Una vera sfida racchiusa nella sezione triangolare delle gambe, ridotte fino all’estremo compatibilmente con le esigenze costruttive dell’epoca, Gio Ponti disse: “Assottigliando visualmente la forma, la esprime”. Disponibile in frassino naturale, laccato bianco o nero per la struttura e il sedile classico intreccio di canna d’India o imbottito.

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Mezzadro Achille e Pier Giacomo Castiglioni; 1957 – Zanotta
Achille e Pier Giacomo Castiglioni anno 1957 progettano questo sgabello utilizzando il sedile di un trattore di quasi cinquant’anni prima. La configurazione fa apparire «Mezzadro» sospeso, viene valorizzato al massimo il concept di sperimentazione legato a questo pezzo.

Panton-Chair-Verner-Panton

Panton Chair Verner Panton; 1960 – Vitra
La sua tipica forma ad “S” la rende la più famosa sedia in plastica al mondo, considerata uno dei capolavori del design danese. Nel passato ha avuto più di uno stop alla produzione per diversi problemi con il materiale, l’attuale versione è relativamente recente quando nel 1999 Vitra trova la giusta combinazione che ha reso disponibili anche i tanti colori che consociamo oggi.

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Sacco Gatto, Paolini, Teodoro; 1968 – Zanotta
L’originale poltrona a sacco simbolo di quel tempo, questa poltrona non-poltrona nasce in un periodo di cambiamento di ribellione e porta ancora, dal 1968, questa voce. Nata in pelle con imbottitura di palline di polistirolo espanso, attualmente esistono moltissime varianti. Tessuti high-tech la rendono perfetta anche per un comodo riposo all’aperto.